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Perizia urgente evidenzia rischi, rimossi i pini marittimi sulla Padova-Venezia
Rimossi nella notte, per motivi di sicurezza, i caratteristici 6 pini “marittimi” che sorgevano al centro delle due carreggiate dell’autostrada A4, tra Padova e Venezia. Concessioni Autostradali Venete S.p.A., che gestisce il tratto, ha dovuto intervenire con sollecitudine in vista dell’estate e dopo gli ultimi sopralluoghi che hanno sancito la pericolosità dei vecchi pini, risalenti agli anni Venti e Cinquanta. Effettuata anche una perizia, condotta da esperti agronomi, che ha confermato il loro grave stato di salute e dunque anche l’elevato rischio per chi percorre l’autostrada in entrambe le direzioni. Tuttavia Concessioni Autostradali Venete non ha voluto rimanere indifferente a ciò che questi alberi hanno rappresentato: contestualmente all’inevitabile taglio, la società ha già proceduto alla piantumazione di altri pini, 18 per l’esattezza, della stessa tipologia, solo pochi chilometri più avanti e in luogo più idoneo, al bivio tra A4 e A57: rappresentano la continuità della presenza dei pini “marittimi” sulla via del mare, da Padova verso Venezia e Trieste, succedendo ai loro storici antenati.
La storia. I 6 pini domestici, che insistevano a cavallo tra le province di Padova e Venezia, nei comuni di Pianiga e Vigonza, sono stati messi a dimora tra gli anni Venti e Cinquanta e hanno accompagnato la storia dell’autostrada Venezia-Padova. L’infrastruttura, inaugurata nel 1933, era inizialmente una strada a due corsie di marcia, simile a un’attuale statale, delimitata lateralmente dagli alberi. Durante i lavori di raddoppio di carreggiata, completati nel 1962, il filare laterale è stato inglobato tra le due direzioni di marcia e integrato con altri pini. Del filare originario rimanevano 6 pini, in tre coppie, i cui fusti sono stati nel tempo liberati dai molti rami che ostacolavano il traffico e le cui chiome erano fino a ieri protese sulle corsie di sorpasso di entrambe le direzioni autostradali.
Da circa 10 anni Concessioni Autostradali Venete, a causa del progressivo dissecamento dei rami e della possibile caduta di strobili (pigne), era costretta a chiudere la corsia di sorpasso per raccogliere materiali dalle chiome ogni 6 mesi con l’utilizzo di piattaforme mobili, oltre ad effettuare sempre più frequenti interventi di manutenzione (potatura e cura) e monitoraggio, con rischi sia per il personale impiegato che per la fluidità del traffico. L’efficacia di questi interventi, ultimamente, è risultata solo parziale, visto che il rischio di caduta è progressivamente aumentato.
La perizia. A fronte di queste problematiche, Concessioni Autostradali Venete aveva incaricato già lo scorso anno il Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali (Tesaf) dell’Università di Padova di effettuare un monitoraggio fitosanitario sulle piante, che ha previsto un’approfondita indagine visiva e strumentale. Le conclusioni contenute nella relazione, a firma di uno dei massimi esperti in materia, il professor Lucio Montecchio, docente del Tesaf, non avevano purtroppo lasciato dubbi: «I 6 pini – spiegava l’esperto – sono affetti da una malattia che inesorabilmente porterà al dissecamento dell’intera chioma. La caduta di rami e strobili non potrà che aumentare progressivamente e oltretutto uno dei pini è fortemente cariato al fusto (addirittura ospita un formicaio), con conseguenti problemi di stabilità. Nel caso di rottura, l’alberò cadrà col suo peso e ingombro su una delle due corsie di sorpasso».
La decisione. Gli esiti della perizia tecnica non davano modo di pensare a soluzioni diverse dal taglio degli alberi, che oggi incombono su una via di comunicazione attraversata ogni giorno da circa 80 mila veicoli. Per rendere l’idea, anche statisticamente, della probabilità di essere colpiti da materiale di caduta della chioma, il dato di transito è di circa un veicolo al secondo ogni giorno. Per capire il rischio a cui sono esposti gli utenti, basti pensare che la caduta di strobili è paragonabile, per altezza, dimensioni e conseguenze, a quella di un sasso da un cavalcavia (foto). Negli ultimi giorni un ulteriore sopralluogo ha consigliato ai tecnici di intervenire con urgenza, soprattutto in vista dell’esodo estivo che impone di evitare, anche di notte, l’apertura di cantieri per i prossimi mesi. A consigliare la rimozione, tra l’altro, sono stati anche gli eventi atmosferici sempre più estremi, basti pensare alle conseguenze per il patrimonio arboreo portate dalla tempesta “Vaia” nel Bellunese lo scorso autunno o il tornado in Riviera del Brenta del 2015, la cui traiettoria ha risparmiato i pini autostradali solo per pochi chilometri. Il rischio, in caso di temporali intensi con forti raffiche di vento, è che la pianta venga sollevata o collassi sulla carreggiata, colpendo i mezzi in transito, con conseguenze per la sicurezza dei viaggiatori.
L’intervento. Per rimuovere le piante è stata incaricata una ditta specializzata che ha proceduto al taglio delle chiome e dei fusti dei 6 alberi in orario notturno, in modo da non interferire con il traffico pendolare giornaliero. L’intervento ha avuto inizio nella serata di sabato per concludersi nella notte appena trascorsa. Durante i lavori è stata chiusa la corsia di sorpasso e quella centrale, in entrambe le carreggiate (direzioni Trieste e Milano). Mobilitata l’intera struttura di Concessioni Autostradali Venete, che oltre a coordinare l’intervento attraverso il personale dell’Area Tecnica, ha costantemente monitorato l’andamento del traffico tramite il Centro operativo di Mestre, i coordinatori della viabilità e gli ausiliari sul posto, in servizio di assistenza e presegnalazione. L’intervento si è svolto senza problemi, rispettando tempi e modi prestabiliti, grazie anche alla preziosa collaborazione della Polstrada e, per quanto riguarda il presidio della viabilità esterna, dei Carabinieri.
La compensazione. Insieme alla rimozione di un pericolo reale, Concessioni Autostradali Venete ha deciso di garantire, oltre al prioritario aspetto della sicurezza dei viaggiatori, anche un’opera di compensazione visiva e affettiva insieme, visto che le piante in questione hanno comunque rappresentato una sorta di monumento lungo l’autostrada. Alcune settimane fa la Concessionaria ha pertanto provveduto a piantare 18 nuovi pini marittimi, identici a quelli rimossi, solo più giovani: si trovano allo “sfiocco” tra il Passante e la A57 e hanno il compito di mantenere viva la memoria dei vecchi pini che per circa 70 anni hanno caratterizzato quel tratto di autostrada.