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Piantato il primo albero del Passante Verde 2.0

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Un platano è stato simbolicamente piantato questa mattina da Luisa Serato, presidente di CAV Spa, la società che gestisce il Passante di Mestre. Nasce così, ufficialmente, la prima autostrada verde d’Italia, quel "Passante Verde 2.0" fortemente voluto da CAV per ricucire concretamente il territorio attraversato dall’infrastruttura che da meno di dieci anni ha mutato il volto della viabilità a Nordest.
 
La prima pianta è stata messa a dimora nel Comune di Mirano e più precisamente a Scaltenigo, località simbolo della storia recente legata al Passante, a pochi metri dal nastro d’asfalto che collega est e ovest nel nord Italia.
 
Si tratta della prima piantumazione fra le oltre 5.000 previste nelle prossime settimane su 7 ettari di terreni di proprietà dell’Azienda, terreni che affiancano l’A4 ma anche “ritagli” di territorio che si incuneano fra uno svincolo e una bretella.
 
L’obiettivo, ben più ambizioso, è far crescere un “bosco di pianura” per una larghezza di 40 metri per lato lungo i 32 chilometri del Passante, per un totale di 400 ettari complessivi. Gli alleati, in questo progetto, sono le amministrazioni dei comuni attraversati dall’A4 e le associazioni di categoria dei coltivatori, Coldiretti, CIA e Confagricoltura.
Nessun esproprio, anzi: CAV sta trattando con gli agricoltori che possiedono le aree interessate per definire le modalità più efficaci di partecipazione al progetto.
 
La società destinerà fino a 3,7 milioni di euro esclusivamente per l’acquisto e la messa a dimora delle piante. In questa cifra non sono compresi gli oneri di utilizzo del suolo, una sorta di indennizzo da parte di CAV agli agricoltori che aderiranno al progetto.
 
Fra i vantaggi per i proprietari ci sono il mantenimento del requisito di “coltivatore” e, di conseguenza, la possibilità di mantenere i contributi dell’Unione Europea attraverso i fondi previsti dalla PAC, la Politica agricola comune. Una strada, quest’ultima, che diventa percorribile alla luce della definizione di “bosco” ceduo – con caratteristiche di produzione di materiale legnoso – anziché di “foresta”: resta, insomma, la caratteristica della coltivazione. CAV si impegna, infine, a garantire la manutenzione delle aree piantumate a bosco ed, eventualmente, le attività legate alla produzione di materiale legnoso.
 
«Questi primi 7 ettari sono solo l’inizio – commenta Luisa Serato, presidente di CAV – diciamo che si tratta quasi di un’azione dimostrativa per dare il segnale agli agricoltori che ora possono davvero aiutarci a realizzare un’opera preziosa sul piano del risanamento ambientale del territorio veneto. Un tema, questo, particolarmente caro alla società che, lo ricordo una volta di più, per statuto è votata alla crescita del territorio su cui opera. Una vocazione statutaria che non resta lettera morta ma si trasforma in una distesa verde in cui crescerà un vero e proprio bosco. E aggiungo, un bosco percorribile, in bicicletta e a piedi. Un contributo concreto alla ricucitura di questo territorio che si merita una qualità della vita elevata».
 
Alla messa a dimora della prima pianta, oggi, erano presenti il Sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, il vicesindaco di Mirano Giuseppe Salviato, i rappresentanti di Coldiretti, CIA, Confagricoltura e di Veneto Agricoltura, che ha supportato CAV nella definizione del progetto fin dalle prime fasi. Presente anche una delegazione del comitato Viabilità Sicura di Scaltenigo e Ballò, con la presidente Ivana Cagnin.