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Stati Generali del Verde Pubblico, Passante modello per infrastrutture "green"

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Il Passante Verde 2.0 protagonista agli Stati Generali del Verde Pubblico, indetti dal “Comitato per lo sviluppo del Verde Pubblico” del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il progetto, tutt’ora unico in Italia, di un’autostrada verde in grado di mitigare dal punto di vista ambientale e paesaggistico i 32 chilometri di A4 che attraversano le province di Venezia e Treviso, è stato portatocome modello da seguire in due delle quattro sessioni svolte ieri e oggi a Roma e Venezia: sono stati i responsabili del Comitato nazionale a chiedere la presenza di CAV-Concessioni Autostradali Venete per spiegare agli addetti ai lavori i punti di forza e le opportunità del progetto, in vista di una sua possibile replica in altre importanti infrastrutture italiane, non solo autostradali ma anche stradali e ferroviarie.

È stata l’occasione per la Presidente di CAV Luisa Serato per annunciare l’avvio della fase 2 del progetto, che avverrà nelle prossime settimane per concretizzarsi già nel corso del 2019.

Finora, infatti, la realizzazione del Passante Verde ha riguardato aree già di proprietà di CAV (terreni espropriati, aree residuali e di svincolo) per circa 128 ettari lungo l’asse autostradale, dove sono stati messi a dimora 15 mila arbusti e 34 mila alberature.

La sfida, da un anno a questa parte, si chiama Passante Verde 2.0 e riguarda il completamento di un bosco lineare lungo l’intero asse, interessando anche aree private. E’ di circa un anno fa la piantumazione simbolica del primo albero a Scaltenigo di Mirano, a cui è seguita la realizzazione di progetti pilota su 7 ettari di aree di proprietà, piantumando circa 3500 nuovi alberi. A quella giornata parteciparono sindaci, rappresentanti di categoria e anche comitati di cittadini che da anni si battono per le mitigazioni.

Oggi in Marittima a Venezia, la Presidente Serato ha voluto proprio loro in prima fila, per annunciare l’avvio formale dell’operazione di rimboschimento, che li vedrà direttamente coinvolti. Gli ultimi mesi sono infatti serviti a CAV per definire lo strumento più idoneo per procedere con gli impianti, anche sotto il profilo giuridico. Si trattava infatti di definire uno schema di accordo tra Società e privati che garantisse l’effettiva efficacia e durata nel tempo della piantumazione sulle aree private, non lasciandola alla discrezionalità dei proprietari e garantendo, per contro, il loro interesse economico e produttivo.

Questo sarà possibile attraverso un accordo che vedrà coinvolti CAV, gli enti locali interessati e le organizzazioni di categoria, per definire obiettivi e linee guida delle operazioni di rimboschimento, garantendo tutte le parti coinvolte: da un lato con una giusta remunerazione dei proprietari delle aree e dei frontisti dell’autostrada, dall’altro della collettività che beneficerà delle mitigazioni. CAV si accollerà le spese di investimento per l’impianto delle essenze e la loro manutenzione, i Comuni e le associazioni si faranno garanti dell’attuazione degli accordi.

«Già con il nuovo anno – spiega Serato – saremo in grado di entrare nella fase operativa del progetto e verranno intraprese le prime realizzazioni. L’obiettivo, ambizioso ma a portata di mano, è far crescere un polmone verde diffuso lungo tutto il Passante, che tra l’altro sarà a beneficio della collettività, perché potrà svilupparsi fino ad accogliere ciclabili, ippovie e comunque garantire un reddito ai proprietari per le attività legate alla produzione di materiale legnoso».

Invitata e presente alla giornata anche la signora Ivana Cagnin, portavoce dello storico comitato di cittadini “Viabilità Sicura” di Scaltenigo. Una presenza simbolica la sua, che un anno fa si commosse alla cerimonia di piantumazione del primo albero del Passante Verde 2.0, suggellando un percorso di collaborazione tra più soggetti, pubblici e privati, in vista di un obiettivo comune. «Ci siamo rivolti a CAV e alla presidente Serato con fiducia – ha detto Cagnin – per chiedere risposte ai nostri bisogni e abbiamo subito trovato porte aperte e sensibilità ambientale, affatto scontata. Mi sono commossa perché devo dire che non ci credevamo più: non tanto per me, che quegli alberi forse non li vedrò crescere, ma per i nostri figli e le generazioni future, che meritano un ambiente sano e un’aria pulita».